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Parkinson e assistenza: il ruolo del fisioterapista e dell’équipe multidisciplinare

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, con effetti significativi sulla motricità e sulla qualità della vita dei pazienti. Sebbene non esista una cura definitiva, un approccio terapeutico multidisciplinare può fare la differenza nel rallentare il decorso della malattia e migliorare il benessere del paziente. Il fisioterapista svolge un ruolo fondamentale in questo contesto, affiancando medici, infermieri e altri professionisti sanitari in un percorso di assistenza personalizzato.

Il ruolo del fisioterapista nel trattamento del Parkinson

Il fisioterapista è una figura chiave nell’assistenza ai pazienti con Parkinson, in quanto il trattamento fisioterapico è essenziale per migliorare la mobilità, il tono muscolare e prevenire le complicanze motorie tipiche della malattia. Le difficoltà motorie causate dal Parkinson, come la rigidità, la bradicinesia (movimento rallentato) e i tremori, possono compromettere la capacità di camminare, di alzarsi da una sedia e di eseguire movimenti quotidiani. Il fisioterapista lavora per migliorare la coordinazione, la postura e l’equilibrio, utilizzando tecniche specifiche che aiutano il paziente a mantenere una maggiore indipendenza.

Gli interventi del fisioterapista includono esercizi di stretching, rinforzo muscolare e mobilizzazione articolare, che favoriscono la fluidità del movimento. Inoltre, il fisioterapista può insegnare tecniche di cammino e strategie per affrontare le difficoltà quotidiane, come l’utilizzo di bastoni o altri ausili per camminare, e metodi per prevenire le cadute.

Il valore dell’équipe multidisciplinare

Il trattamento del Parkinson richiede un approccio globale che coinvolge un’équipe multidisciplinare di professionisti. Oltre al fisioterapista, sono fondamentali anche altre figure, come il neurologo, il geriatra, l’infermiere, lo psicologo, il logopedista e il dietista. Ognuno di questi professionisti contribuisce a un piano di cura personalizzato, che tiene conto delle specifiche esigenze del paziente.

Ad esempio, il neurologo si occupa della gestione farmacologica, mentre il logopedista lavora sulla comunicazione e la deglutizione, problematiche che spesso si manifestano con l’avanzare della malattia. Lo psicologo può supportare il paziente nell’affrontare gli aspetti emotivi della malattia, che spesso comprendono ansia, depressione e isolamento sociale. Il dietista, infine, può fornire indicazioni su una dieta equilibrata che aiuti a mantenere il peso e la nutrizione ottimali, elementi che influenzano la qualità della vita complessiva.

L’approccio multidisciplinare è particolarmente utile per monitorare i progressi del paziente e adattare il piano di trattamento alle esigenze che cambiano nel tempo, garantendo un supporto continuo durante tutte le fasi della malattia.

L’assistenza ai pazienti con Parkinson è un percorso che richiede un approccio globale e personalizzato. Il fisioterapista svolge un ruolo cruciale nel mantenere e migliorare le capacità motorie, mentre l’équipe multidisciplinare lavora insieme per affrontare tutti gli aspetti della malattia. Un trattamento integrato e tempestivo può migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti, aiutandoli a vivere in modo più autonomo e soddisfacente.